Il caso di Jeff Bezos: quando l’informatica forense smaschera un ricatto internazionale
L’analisi forense del telefono del fondatore di Amazon ha svelato un’operazione di spionaggio orchestrata dall’allora principe ereditario saudita, evidenziando l’importanza della sicurezza informatica e dei diritti umani.
Il 7 gennaio 2019, Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon, pubblicò un post su Medium in cui affermava di essere stato vittima di un ricatto. Secondo Bezos, l’Enquirer, un giornale scandalistico di proprietà dell’amico di Donald Trump David Pecker, aveva minacciato di pubblicare foto intime dell’imprenditore, a meno che non interrompesse le indagini sulle fonti dell’Enquirer e sul suo possibile coinvolgimento nella pubblicazione di informazioni sul divorzio di Bezos.
Ma come aveva ottenuto l’Enquirer queste foto intime?
Bezos aveva avuto una relazione extraconiugale con Lauren Sanchez, una giornalista televisiva. Era possibile che Sanchez avesse condiviso le foto con un terzo, che a sua volta le aveva passate all’Enquirer.
Tuttavia, Bezos sospettava di un’altra fonte: l’allora Principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Secondo Bezos, il ricatto sarebbe stato una forma di vendetta per il suo ruolo nel Washington Post, il giornale di proprietà di Bezos, che aveva criticato l’Arabia Saudita per il suo coinvolgimento nella guerra in Yemen.
Ma come poteva il Principe ereditario saudita ricattare Bezos?
Qui entra in gioco l’informatica forense.
Bezos e il suo team di sicurezza avevano commissionato un’indagine sulla possibile violazione della privacy da parte dell’Enquirer. Durante questa indagine, hanno scoperto che il ricatto era stato perpetrato tramite un trojan, ovvero un software malevolo che si introduce nel sistema operativo del telefono e permette di rubare dati e controllare il dispositivo a distanza.
Il trojan è stato inoculato grazie a un’immagine inviata da un account WhatsApp appartenente al Principe ereditario saudita. L’immagine era stata manipolata in modo da nascondere il malware. Quando Bezos ha aperto l’immagine, il trojan si è attivato e ha permesso al ricattatore di accedere ai dati del telefono.
L’analisi forense del telefono di Bezos ha permesso di individuare il trojan e risalire all’account WhatsApp da cui era stato inviato. Questo ha portato all’identificazione del Principe ereditario saudita come il presunto autore del ricatto.
L’Arabia Saudita ha negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, ma l’indagine di Bezos ha scatenato una serie di indagini giornalistiche sulla relazione tra il Principe ereditario saudita e il giornalista dissidente Jamal Khashoggi, assassinato nell’ambasciata saudita di Istanbul nel 2018.
Il caso di Jeff Bezos mostra come l’informatica forense possa svolgere un ruolo cruciale nell’individuazione di autori di crimini informatici complessi.
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Come abbiamo visto, il caso di Jeff Bezos dimostra l’importanza dell’informatica forense nella risoluzione di casi criminali che coinvolgono la tecnologia. Gli strumenti e le tecniche utilizzate dagli investigatori digitali sono sempre più sofisticati e avanzati, permettendo loro di raccogliere prove digitali che possono essere utilizzate in tribunale.
Tuttavia, l’informatica forense solleva anche questioni importanti sulla privacy e sulla sicurezza dei dati personali. Il caso di Bezos ha evidenziato come anche le persone più potenti e influenti possano essere vulnerabili ai crimini informatici, e l’importanza di proteggere i propri dispositivi e dati personali.
Inoltre, il caso di Bezos ha sollevato preoccupazioni riguardo all’uso della tecnologia per fini di spionaggio e di ricatto a livello internazionale. La scoperta che il Principe ereditario saudita potrebbe essere stato coinvolto nel ricatto a Bezos ha scatenato un’indagine giornalistica sulle azioni del regime saudita, suscitando preoccupazioni sul rispetto dei diritti umani e sulla sicurezza internazionale.
In definitiva, il caso di Jeff Bezos dimostra come l’informatica forense possa essere utilizzata per svelare crimini informatici complessi, ma anche come la tecnologia possa essere utilizzata per fini malvagi e pericolosi. La sua storia ci invita a riflettere sulla necessità di una maggiore sicurezza informatica e sulla responsabilità di coloro che manipolano e controllano la tecnologia.
Se sei preoccupato per la sicurezza informatica della tua azienda o della tua vita privata, non esitare a cercare consulenza e supporto in materia di informatica forense.
Agire in modo preventivo può salvare te e la tua attività da gravi danni futuri.
Foto di Maël BALLAND su Unsplash