Cyberbullismo: quando la rete diventa strumento di aggressione. Inquadramento normativo e indagini digitali
Il fenomeno del cyberbullismo ha acquisito negli ultimi anni una rilevanza crescente, anche a causa di tragici episodi di cronaca che hanno messo in luce quanto la rete, se mal utilizzata, possa diventare veicolo di aggressione, isolamento e violenza psicologica tra minori. In un’epoca in cui la vita sociale si è trasferita online, le condotte persecutorie non si limitano più ai contesti fisici, ma si estendono – e spesso si amplificano – nelle chat, sui social network, nelle piattaforme di condivisione.
In questo articolo vedremo cosa prevede la normativa italiana, come si definisce il cyberbullismo dal punto di vista giuridico e, soprattutto, cosa può fare l’informatica forense per supportare indagini e tutelare le vittime.
📜 Riferimenti normativi: la Legge n. 71/2017
La Legge 71/2017, entrata in vigore il 18 giugno 2017, rappresenta il primo intervento legislativo italiano dedicato esclusivamente alla tutela dei minori contro il cyberbullismo. La norma non introduce una nuova fattispecie di reato, ma crea un sistema di prevenzione, protezione e responsabilizzazione, articolato su più livelli:
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strumenti educativi e di prevenzione nelle scuole;
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misure di tutela per la vittima, anche attraverso la rimozione dei contenuti online;
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strumenti riparatori come l’ammonimento del questore.
Accanto a questa legge, restano applicabili vari reati del Codice Penale: dalla diffamazione (art. 595 c.p.) al trattamento illecito di dati (art. 167 Codice Privacy), dalla frode informatica (art. 640-ter c.p.) fino ai più gravi come l’istigazione al suicidio.
💬 Cos’è il cyberbullismo?
La definizione normativa, contenuta nell’art. 1 della L. 71/2017, identifica il cyberbullismo come:
“Qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, trattamento illecito di dati personali ai danni di minori, realizzata per via telematica.”
Il cyberbullo agisce online, ma con intenzionalità e consapevolezza, con lo scopo di:
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isolare la vittima,
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metterla in ridicolo,
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arrecare un danno psicologico profondo.
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🔍 Le condotte tipiche: come agisce il cyberbullo
I comportamenti più diffusi possono essere classificati in alcune categorie ricorrenti:
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Flaming: insulti violenti e volgari via social o chat;
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Harassment: molestie ripetute via messaggi;
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Denigration: diffusione di video o foto imbarazzanti;
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Impersonation: uso illecito di identità altrui;
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Outing & Trickery: pubblicazione di contenuti sensibili ottenuti con l’inganno.
👉 Un caso emblematico: l’accesso a un profilo social per pubblicare contenuti offensivi a nome della vittima, con l’intento di escluderla da un gruppo di pari o metterla alla gogna.
⚖️ Strumenti giuridici di tutela per la vittima
La L. 71/2017 ha previsto diversi strumenti operativi per contrastare il fenomeno:
✅ Misure preventive
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Creazione di un Tavolo tecnico nazionale;
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Formazione nelle scuole e introduzione del “docente anti-bullo”;
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Promozione della peer education e coinvolgimento delle famiglie.
🛡 Tutela della vittima
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Possibilità di richiedere la rimozione di contenuti online offensivi entro 48 ore da parte dei provider;
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In caso di inadempienza, la richiesta può essere inoltrata al Garante Privacy, che interviene entro altre 48 ore;
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La richiesta può essere presentata da genitori o tutori, o direttamente dalla vittima se maggiorenne.
🧾 Ammonimento del questore
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Applicabile dai 14 anni in su;
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Si tratta di un richiamo formale, alternativo al procedimento penale, finalizzato a prevenire la reiterazione delle condotte.
🧪 Il ruolo della Digital Forensics
L’informatica forense è fondamentale per documentare, analizzare e presentare prove digitali nei casi di cyberbullismo. Ecco cosa può fare uno specialista:
📥 Acquisizione forense
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Clonazione e imaging di dispositivi mobili e PC;
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Estrazione di contenuti da social network, chat, cloud e app.
🔐 Preservazione delle prove
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Calcolo hash per garantire integrità;
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Redazione di verbali tecnici in conformità agli artt. 359 e 360 c.p.p.
🧠 Analisi ed elaborazione
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Ricostruzione della timeline degli eventi;
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Individuazione dell’autore dei contenuti (con tecniche OSINT e analisi metadati);
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Analisi di profili fake, IP, log di accesso e tracce lasciate online.
👨⚖ Supporto alle indagini
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Redazione di relazioni tecniche e perizie;
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Testimonianza in giudizio come consulente tecnico di parte (CTP) o d’ufficio (CTU);
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Collaborazione con avvocati e autorità giudiziarie.
🧩 Conclusione
Il cyberbullismo non è solo un fenomeno sociale, ma un tema giuridico e tecnico che impone risposte multilivello. Le norme da sole non bastano: occorrono competenze, tempestività e collaborazione tra famiglie, scuole, giuristi e professionisti dell’informatica forense.
Chi lavora nell’ambito della Digital Forensics è chiamato a fornire risposte concrete: identificare l’origine degli attacchi, conservare le prove nel rispetto della legge e supportare le vittime nel loro percorso di giustizia.
📌 Per consulenze tecniche, perizie o supporto in casi di cyberbullismo:
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